ABC del Counselling

ABC del Counselling

 
 
ABC DEL COUNSELLING
 
 
ABC del Counselling è un corso breve per la formazione permanente  dei counsellor e altre figure professionali nell’ambito delle relazioni di aiuto.
 
Obiettivo del corso  è l’apprendimento e l’allenamento delle abilità e strumenti propri del counselling secondo i principi dell’ Approccio Centrato sulla Persona di Carls Rogers e che costituiscono di fatto il contenuto del corso:
 
🔎 le qualità e necessarie sufficienti del counsellor per una relazione di aiuto efficace;
🔎 il principio di autorealizzazione;
🔎 le fasi del processo di cambiamento;
🔎 l’analisi del bisogno e la facilitazione della competenza di problem solving.
 
La metodologia esperienziale e interattiva facilita la condivisione dell’esperienza formativa, favorisce la comunicazione empatica, permette la sperimentazione in prima persona dei concetti e strumenti contenuti nel programma didattico.
 

Il corso ABC del Counselling si svolge su 3 giornate formative e riconosce 15 cf

 
 
La quota di partecipazione ha un costo totale di:
 
€ 200,00  IVA inclusa per gli esterni
€ 180,00 IVA inclusa se sei socio ACP, CNCP, MNC
I docenti del corso sono:

FRANCESCA CODDETTA Counsellor Formatore Supervisore CNCP, Direttore Counselling IACP Roma, Gordon Trainer, Coach Umanistico

FRANCESCA DE CAGNO Docente Counselling IACP Roma, Psicologo, Counsellor Professionista, Gordon Trainer

 
 
Tra il silenzio e l’urlo, le parole

Tra il silenzio e l’urlo, le parole

TRA IL SILENZIO E L’URLO, LE PAROLE 
Corso breve per la formazione permanente  dei counsellor e altre figure professionali nell’ambito delle relazioni di aiuto.
 
Focus di questo corso sono le best practice di comunicazione empatica nella relazione di aiuto.
 

COSA FAREMO INSIEME?

Alleniamo l’ascolto empatico come strumento di comprensione del significato profondo del narrato del cliente nella dimensione non-verbale e paraverbale.

Potenziamo l’intelligenza emozionale per utilizzare le emozioni che il cliente vive nel qui-ed-ora del colloquio di counselling per facilitare la sue competenze di: autoesplorazione, autoconsapevolezza e autoregolazione del comportamento.

I corsi brevi di formazione professionale sono utili a  potenziare skills professionali e di employabilities  al fine di  garantire la qualità del servizio nel miglior interesse dell’utente e della collettività.
Ogni modulo, della durata di 4 ore, approfondisce una specifica tematica formativa.
Il modello formativo è quello adottato dall’ Istituto dell’Approccio Centrato sulla Persona e ispirato ai principi fondanti dell’ Approccio Rogersiano.
Ogni incontro prevede: presentazioni teoriche, momenti esperienziali, riflessione e condivisione di chiavi di lettura, aggancio alla vita personale e professionale.
Tutti i corsi brevi in calendario sono editati in due modalità: in presenza e on line.
 
Perché partecipare in presenza? Condividere l’esperienza formativa in presenza beneficia del contatto umano, favorisce la comunicazione empatica, permette attività pratiche e di gruppo
Perché partecipare on line? La modalità online supera barriere e ostacoli dovuti alla distanza fisica e ai tempi di spostamento

I corsi riconoscono crediti formativi e attestato di partecipazione valido C.F.CNCP

Tutte le proposte pubblicate sono già prenotabili, decidi tu a quali e a quante partecipare, compilando i relativi moduli per l’iscrizione.
 
La partecipazione ad ogni modulo di 4 ore ha un costo di:
€ 60,00  IVA inclusa per gli esterni
€ 44,00 IVA inclusa se sei socio ACP, CNCP o appartieni al Movimento Nuovo Counselling
Chi è il docente del corso Tra il silenzio e l’urlo, le parole

FRANCESCA CODDETTA Counsellor Formatore Supervisore CNCP, Direttore Counselling IACP Roma, Gordon Trainer, Coach Umanistico

 
 
Il vantaggio della paura

Il vantaggio della paura

La paura è la <migliore amica>, insieme a lei potete fare tutto quello che volete, senza farvi male. Correre senza inciampare. Saltare senza cadere. Rotolare senza sbattere.

È questo, o qualcosa di molto simile, che dico ai bambini, quando spiego loro i vantaggi  della paura durante il mio laboratorio sull’intelligenza emotiva.

Paura

paura

Qual’è la funzione della paura?

Se tutte le emozioni hanno la funzione di migliorare la nostra performance, il senso della paura è quello di proteggerci e prepararci ad affrontare gli ostacoli con resilienza. Essa tiene al sicuro l’essere vivente, mentre procede nel suo percorso verso la piena realizzazione di sé e del proprio potenziale.

Uomini, donne; giovani, anziani; ignoranti, colti; poveri, ricchi; tutti, indipendentemente dall’età, dal genere di appartenenza, classe sociale o cultura di provenienza, proviamo Paura.

Appartiene alla famiglia delle emozioni primarie e viene attivata in risposta ad uno stimolo percepito come pericoloso che può essere reale, immaginario, legato ad un ricordo o evocato da una previsione basata su un’esperienza pregressa.

Scappo, mi mimetizzo o attacco?

Che sia una tigre, un leader autoritario o il fallimento, quando ci sentiamo minacciati, il nostro corpo produce adrenalina: un ormone che induce delle modificazioni a livello fisico e mentale per predisporci all’azione.

Cosa facciamo quando abbiamo paura?

Dipende dalla nostra storia personale.

Durante il percorso di crescita, in base alle situazioni che affrontiamo, all’educazione che riceviamo, ai modelli culturali di riferimento, ai condizionamenti dell’ambiente relazionale nel quale viviamo, ognuno di noi struttura modalità di risposta differenti. Sviluppiamo, cioè, delle abitudini di comportamento; delle risposte che diventano automatiche con la ripetizione. Siamo portati a ripeterle in quanto, almeno inizialmente, funzionano.

Il meccanismo di coping che sviluppiamo in risposta alla paura è importante perché grazie ad esso risparmiamo tempo ed energie mentali necessarie all’elaborazione delle informazioni che captiamo dal nostro ambiente di vita.

Di fronte ad un incendio o ad un tentativo di aggressione o rapina, il tempo di reazione può significare vita o morte. Investire tempo per pensare alla migliore strategia di azione non è conveniente!

Reagire automaticamente, in tempi rapidi è funzionale alla sopravvivenza e al successo.

Quindi, in risposta alla paura, diventeranno abituali quei comportamenti che metteremo in atto più frequentemente e che avranno esito favorevole: disinnescare il pericolo.

La ripetizione dell’esperienza li rende, poi, automatici; li agiamo, cioè, senza esserne consapevoli e, spesso, senza averne l’intenzione.

Un bambino che prova paura in un ambiente buio; in concomitanza con un rumore forte e sconosciuto; quando resta da solo, tenderà a ripetere il comportamento che più velocemente lo rassicura rispetto al pericolo e che è approvato dagli adulti di riferimento.

Tommaso corre a rifugiarsi tra le braccia di mamma.

Ginevra piange, urla e tira calci.

Filomena fa finta di niente e dice di non avere paura.

Quando Tommaso, Ginevra e Filomena crescono, cambiando le condizioni o il contesto di vita e di lavoro, può succedere che quei comportamenti non siano più necessari o diventino addirittura disfunzionali.

Quindi per il benessere individuale è importante riconoscere la paura, ma essere in grado di modificare o interrompere le abitudini di comportamento, quando diventano disadattive, abbinando all’emozione un comportamento vincente in termini di risultati e approvato socialmente.

Di fronte ad un’opportunità di carriera:

Tommaso dovrà imparare ad affrontare e superare le sfide in autonomia;

Ginevra a canalizzare lo stress in strategie operative;

Filomena ad accettare, riconoscere e utilizzare la sua paura per visualizzare ciò che la ostacola e capire come superarlo.

Eppure …

… se pensiamo ai supereroi che vengono proposti ai bambini come modelli di comportamento, vediamo che vengono rappresentati come impavidi e senza paura. Affrontano pericoli e si lanciano contro le avversità con temerarietà e sicurezza.

Il vantaggio della paura

In realtà, si è coraggiosi solo quando si prova paura per qualcosa o qualcuno.

Superare un test, fare una dichiarazione d’amore, sottoporsi ad un intervento chirurgico, investire in un’impresa, sono tutte situazioni che richiedono coraggio, perché ci espongono a rischi di errori o fallimenti. Provare paura in queste circostanze è funzionale in quanto grazie a questa emozione possiamo prenderci il tempo e lo spazio per valutare tutte le opzioni che abbiamo a disposizione e fare scelte consapevoli; per valutare i rischi di errori o fallimenti e progettare piani “B”; prevedere le conseguenze a breve e lungo termine e contenerle. E’ il vantaggio della paura.

A proposito di supereroi, mi viene in mente Ralph Supermaxieroe, interpretato negli anni ’80 da William Katt. Tutte le volte che doveva volare per intervenire e risolvere una situazione, moriva dalla paura. Un vero eroe è chi, insieme alla sua paura, affronta situazioni pericolose cercando di fare del suo meglio per aiutare sé stesso e gli altri intorno a lui.

Quindi per concludere:

facciamo amicizia con la nostra paura, impariamo ad amarla e teniamola vicino.

Quando è presente alla nostra consapevolezza possiamo uscire dalla zona di comfort e avventurarci nel cambiamento.

Stili alimentari resilienti

Stili alimentari resilienti

l'immagine rappresenta un uomo seduto sul letto che beve caffè e mangia un toast
Webinar interattivo a partecipazione gratuita                                                                  per riflettere insieme su quanto le abitudini e gli stili alimentari siano importanti fattori di resilienza.

Informazioni sull’evento

Mi accompagna, nella facilitazione di questo workshop online, Mascia Macchioni, Biologo Nutrizionista – esperta nell’educazione verso comportamenti alimentari sani e salutari. Il format quello di un vero e proprio laboratorio esperienziale durante il quale ti inviteremo a “mettere le mani in pasta” portando al centro dell’incontro, la tua esperienza, le tue abitudini, le tue preferenze e le tue aspettative legate all’alimentazione per te e per i tuoi figli.

Il webinar si svolge sulla piattaforma zoom. Una volta iscritto, riceverai il link per partecipare, una sorta di chiave virtuale che ti trasporterà direttamente nella room virtuale del laboratorio. Potrai collegarti dal tuo pc, dal cellulare, dal tablet o da qualunque altro terminale. Sarai tu a scegliere come e dove farlo. Troverai me e Mascia a darti il benvenuto, insieme agli altri partecipanti.

Si parte dall’assunto iniziale che una dieta sana costituisce un importante fattore di resilienza contro l’effetto di alti livelli di stress sull’equilibrio bio-psico-sociale di bambini e adulti. Lo stesso vale per le abitudini di comportamento e i rituali legati al modo in cui ci alimentiamo. Appropriate linee guida in ambito nutrizionale rappresentano, dunque, azioni educative di prevenzione. Al contrario diete sregolate e alta conflittualità familiare connessa allo stare a tavola, sono associate sia a disturbi fisici che comportamentali.

Quali sono queste linee guida? Come trasmettere serenamente, valori e regole perché i nostri figli sviluppino autoregolazione su stili alimentari sani?

#IOUSOBENEILMIOTEMPO

#IOUSOBENEILMIOTEMPO

Facilitiamo i nostri figli a vivere un tempo di qualità

C’è chi, come David Allen, decide di scriverci un libro e farne il business della vita. Ci sono aziende grandi e piccole che investono in programmi di formazione per le risorse umane. Chi sviluppa software e applicazioni; chi scrive articoli; chi organizza convegni. Il Time management è un tema di grande interesse e attualità. 

Partito nell’ambito professionale come strumento per ottimizzare la produttività, l’interesse per l’abilità di organizzare il proprio tempo ha investito oggi la dimensione privata in quanto riconosciuta fondamentale per una vita di qualità.

Essendo un trainer esperto nel potenziamento delle soft skills, mi è capitato spesso di condurre corsi sulla “Time management” per aziende grandi e piccole. 

Interessante! Vorrei , ma non posso. Non ho tempo… 

Molte delle persone che ho incontrato, sebbene lamentassero scontento per il loro abituale modo di gestire gli impegni e manifestassero interesse verso i nuovi strumenti proposti, hanno dichiarato una difficoltà/impossibilità ad implementarli nel quotidiano a causa – appunto – “del poco tempo disponibile”.

Oggi, 13 marzo 2020, ai tempi del Corona Virus abbiamo tutti un sacco di tempo a disposizione. Quale migliore occasione per allenare questa competenza così importante per il nostro successo personale e professionale? Che splendida opportunità per insegnare ai nostri figli come utilizzare al meglio tale abilità!

Per insegnarla alla prole, infatti, dovremo prima di tutto agirla noi 🙂  Il modelling è una delle strategie pedagogiche più potenti ai fini dell’apprendimento significativo.

Il punto è: come?

Qual’è il modo migliore per farlo?

Se veramente vogliamo facilitare nostro figlio nell’apprendere come organizzare il tempo disponibile, la prima cosa da fare è mettere al centro il bambino/ragazzo. Quanti anni ha? Quali sono i compiti evolutivi e le competenze tipici della sua fase di sviluppo? Cosa lo interessa? Qual’è il codice di linguaggio che meglio comprende?

Il secondo passo consiste nel predisporre un ambiente di apprendimento sicuro, all’interno del quale il nostro apprendista possa muoversi in totale libertà. In questo modo potrà fare esperienza diretta con l’oggetto di apprendimento: il tempo. 

La sicurezza va intesa in senso biologico, affinché tuteli bioritmi e salute: ciclo sonno/veglia; alimentazione; igiene e simili. È opportuno, però, che l’ambiente di apprendimento sia sicuro anche da un punto di vista psicologico e relazionale. Va mantenuto, cioè, libero dal giudizio così che al suo interno nostro figlio possa sentirsi sollevato dall’ansia da prestazione, accettato per la sua incompetenza, rispettato per le emozioni che prova. Il nostro ruolo, per dirla alla Bolby (1989, Raffaello Cortina Editore) funziona se è quello di fornirgli una base sicura dalla quale essere sostenuto nella generazione di idee originali e nella loro applicazione; con la quale condividere l’entusiasmo e l’orgoglio per i successi; grazie alla quale trovare conforto e contenimento per le emozioni legate a errori e fallimenti.

Facciamo degli esempi concreti.

Se nostro figlio/a è un bambino molto piccolo (0-6 anni) sarà importante dividere la giornata in sezioni, chiaramente riconoscibili grazie a vere e proprie routine. Potremo, ad esempio individuare spazi temporali dedicati al sonno, ai pasti, all’igiene, al gioco e utilizzare dei semplici rituali per aiutare il bambino a comprendere il passaggio da una situazione all’altra. Se i primi 3 momenti, in questa fascia di età, è vantaggioso siano gestiti dall’adulto, nello spazio temporale dedicato al gioco potremo sicuramente fidarci che il/la bambino/a sarà in grado di decidere quanto tempo dedicare ad un’attività piuttosto che ad un’altra.

Se ci relazioniamo con un adolescente (11 – 25 anni) le cose cambiano. Tolti alcuni momenti di attività condivise dall’intera famiglia, per i quali la gestione del tempo è necessariamente etero-determinata, in questo caso nostro figlio è pronto (anche da un punto di vista neurologico) ad imparare come organizzare la sua giornata-settimana-agenda. 

Molto probabilmente all’inizio sarà spaesato dall’abbondanza del tempo a disposizione e – soprattutto – dall’assenza di indicazioni-consigli-ordini-giudizi. Secondo il principio di attacco/fuga, potrebbe tentare di riempirlo in modo compulsivo di tutte le cose che gli passano per la testa; oppure aggrapparsi disperato alle vostre caviglie implorandovi di dirgli cosa deve fare. Altra concreta possibilità è che lui resti immobile, impantanato nel tempo disponibile, arenato su un letto o su un divano, con lo sguardo perso nel vuoto o nello schermo di un attrezzo elettronico.

In tutti questi casi il vostro ruolo è determinante! 

Accrescerete in lui/lei autostima e autoefficacia se sceglierete di “stare senza intervenire” fattivamente. Inviategli, piuttosto, concreti messaggi di fiducia sulle sue competenze. Messaggi centrati soprattutto sul non verbale e congruenti tra ciò che dite e come agite.

Certo la sfida è sospendere il vostro giudizio; gestire le vostre emozioni. Frustrazione, fastidio, noia, disappunto, preoccupazione, delusione, ansia, gelosia, invidia, rabbia: qual’è la vostra? Io ce l’ho tutte!!!

La parola d’ordine è FIDUCIA. 

Fidatevi che contattare la noia, aiuterà la persona che amate di più al mondo e che volete aiutare a diventare adulta ad attivare pensiero laterale e problem solving. Fidatevi che quell’essere è un essere resiliente fatto per autorealizzarsi e relazionarsi positivamente con gli altri. La sua natura lo porterà fisiologicamente a non tollerare, oltre un certo limite, la frustrazione legata al vuoto. Si attiverà per riempirlo, quel vuoto. Magari guardandosi intorno si accorgerà di voi, incuriosito vi prenderà a modello. Se si fida che non lo giudicherete, che non tenterete di togliergli potere, potrebbe avvicinarsi e chiedere il vostro aiuto. 

Aiuto? A me? E adesso che faccio?

Potrei rispondere: “ Te l’avevo detto!” pensando “Non aspettavo altro” – con un ghigno soddisfatto e giudicante. Risultato? Avrò mandato in fumo tutto il lavoro fatto.

Meglio utilizzare il tempo che abbiamo a disposizione per prepararci all’evento.

Leggi #giococoniltempoperimparareagestirlo

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