Il vantaggio della paura

Il vantaggio della paura

La paura è la <migliore amica>, insieme a lei potete fare tutto quello che volete, senza farvi male. Correre senza inciampare. Saltare senza cadere. Rotolare senza sbattere.

È questo, o qualcosa di molto simile, che dico ai bambini, quando spiego loro i vantaggi  della paura durante il mio laboratorio sull’intelligenza emotiva.

Paura

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Qual’è la funzione della paura?

Se tutte le emozioni hanno la funzione di migliorare la nostra performance, il senso della paura è quello di proteggerci e prepararci ad affrontare gli ostacoli con resilienza. Essa tiene al sicuro l’essere vivente, mentre procede nel suo percorso verso la piena realizzazione di sé e del proprio potenziale.

Uomini, donne; giovani, anziani; ignoranti, colti; poveri, ricchi; tutti, indipendentemente dall’età, dal genere di appartenenza, classe sociale o cultura di provenienza, proviamo Paura.

Appartiene alla famiglia delle emozioni primarie e viene attivata in risposta ad uno stimolo percepito come pericoloso che può essere reale, immaginario, legato ad un ricordo o evocato da una previsione basata su un’esperienza pregressa.

Scappo, mi mimetizzo o attacco?

Che sia una tigre, un leader autoritario o il fallimento, quando ci sentiamo minacciati, il nostro corpo produce adrenalina: un ormone che induce delle modificazioni a livello fisico e mentale per predisporci all’azione.

Cosa facciamo quando abbiamo paura?

Dipende dalla nostra storia personale.

Durante il percorso di crescita, in base alle situazioni che affrontiamo, all’educazione che riceviamo, ai modelli culturali di riferimento, ai condizionamenti dell’ambiente relazionale nel quale viviamo, ognuno di noi struttura modalità di risposta differenti. Sviluppiamo, cioè, delle abitudini di comportamento; delle risposte che diventano automatiche con la ripetizione. Siamo portati a ripeterle in quanto, almeno inizialmente, funzionano.

Il meccanismo di coping che sviluppiamo in risposta alla paura è importante perché grazie ad esso risparmiamo tempo ed energie mentali necessarie all’elaborazione delle informazioni che captiamo dal nostro ambiente di vita.

Di fronte ad un incendio o ad un tentativo di aggressione o rapina, il tempo di reazione può significare vita o morte. Investire tempo per pensare alla migliore strategia di azione non è conveniente!

Reagire automaticamente, in tempi rapidi è funzionale alla sopravvivenza e al successo.

Quindi, in risposta alla paura, diventeranno abituali quei comportamenti che metteremo in atto più frequentemente e che avranno esito favorevole: disinnescare il pericolo.

La ripetizione dell’esperienza li rende, poi, automatici; li agiamo, cioè, senza esserne consapevoli e, spesso, senza averne l’intenzione.

Un bambino che prova paura in un ambiente buio; in concomitanza con un rumore forte e sconosciuto; quando resta da solo, tenderà a ripetere il comportamento che più velocemente lo rassicura rispetto al pericolo e che è approvato dagli adulti di riferimento.

Tommaso corre a rifugiarsi tra le braccia di mamma.

Ginevra piange, urla e tira calci.

Filomena fa finta di niente e dice di non avere paura.

Quando Tommaso, Ginevra e Filomena crescono, cambiando le condizioni o il contesto di vita e di lavoro, può succedere che quei comportamenti non siano più necessari o diventino addirittura disfunzionali.

Quindi per il benessere individuale è importante riconoscere la paura, ma essere in grado di modificare o interrompere le abitudini di comportamento, quando diventano disadattive, abbinando all’emozione un comportamento vincente in termini di risultati e approvato socialmente.

Di fronte ad un’opportunità di carriera:

Tommaso dovrà imparare ad affrontare e superare le sfide in autonomia;

Ginevra a canalizzare lo stress in strategie operative;

Filomena ad accettare, riconoscere e utilizzare la sua paura per visualizzare ciò che la ostacola e capire come superarlo.

Eppure …

… se pensiamo ai supereroi che vengono proposti ai bambini come modelli di comportamento, vediamo che vengono rappresentati come impavidi e senza paura. Affrontano pericoli e si lanciano contro le avversità con temerarietà e sicurezza.

Il vantaggio della paura

In realtà, si è coraggiosi solo quando si prova paura per qualcosa o qualcuno.

Superare un test, fare una dichiarazione d’amore, sottoporsi ad un intervento chirurgico, investire in un’impresa, sono tutte situazioni che richiedono coraggio, perché ci espongono a rischi di errori o fallimenti. Provare paura in queste circostanze è funzionale in quanto grazie a questa emozione possiamo prenderci il tempo e lo spazio per valutare tutte le opzioni che abbiamo a disposizione e fare scelte consapevoli; per valutare i rischi di errori o fallimenti e progettare piani “B”; prevedere le conseguenze a breve e lungo termine e contenerle. E’ il vantaggio della paura.

A proposito di supereroi, mi viene in mente Ralph Supermaxieroe, interpretato negli anni ’80 da William Katt. Tutte le volte che doveva volare per intervenire e risolvere una situazione, moriva dalla paura. Un vero eroe è chi, insieme alla sua paura, affronta situazioni pericolose cercando di fare del suo meglio per aiutare sé stesso e gli altri intorno a lui.

Quindi per concludere:

facciamo amicizia con la nostra paura, impariamo ad amarla e teniamola vicino.

Quando è presente alla nostra consapevolezza possiamo uscire dalla zona di comfort e avventurarci nel cambiamento.

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